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Nuraghi vista mare Sant'Antioco

Terra antichissima e sconosciuta é la Sardegna."Di questo o quel giorno che millenni di anni fa in Babilonia o in Egitto si consumò nel suo breve giro diurno e notturno conosciamo più dettagli che non dell'intera vicenda di questo popolo che da lungo tempo abitava l'isola prima che i Fenici approdassero alle sue coste....". Così scriveva Ernst Jünger in Terra Sarda nel 1954.

Quel popolo straordinario che ha abitato il continente sardo nel II millennio a. C. si é sempre identificato con una straordinaria e singolare costruzione megalitica, il nuraghe, che possiamo trovare dovunque nell'isola, sulla sommità dei colli e nelle pianure. Sappiamo che sono torri tronco-coniche di pietra a base circolare costruite sovrapponendo grandi massi fra loro; che l'interno della torre ha una struttura a tholos e che la tholos, o falsa cupola, veniva edificata sovrapponendo file circolari di massi le une sulle altre, con i massi di una fila sporgenti leggermente verso l'interno rispetto a quelli della fila sottostante. Se ne contano migliaia ancora oggi (censiti oltre settemila). Chissà quanti erano in piedi, a marcare il territorio, 3300 anni fa.

Alcune idee cardine sul popolo nuragico provengono direttamente dal XIX secolo. Che i nuragici fossero pastori erranti, anche agricoltori, ma soprattutto pastori e quindi storicamente guerrieri, portati allo scontro e alla divisione più che all'unione perché il pastore ha sempre bisogno di pascoli liberi per i suoi armenti e per procurarseli entra in conflitto con i suoi vicini. E siccome non dovevano essere rari gli scontri fra le diverse tribù, o persino fra clan, il nuraghe stava in alto, costruzione fortificata a scopo di difesa interna.

Il Sulcis, conosciuto dagli antichi per la ricchezza dei metalli (argiròphleps), ci presenta su questi temi un cambio di prospettiva. Guardate questi due nuraghi dell'isola di Sant'Antioco, vista panoramica sul grande mare d'Occidente. 

Se ne contano diversi costruiti così, appesi agli scogli o sopra piccoli rilievi nel Golfo di Palmas e lungo la costa occidentale della nostra isola. Provate ad immaginare un navigante che 3200 anni fa si avventurava da Oriente nel mar di Sardegna e si trovava davanti all'improvviso queste mirabolanti torri di roccia. Una nave qualsiasi, amica o nemica che fosse, era costantemente monitorata nella sua rotta verso la Spagna o per qualche approdo sardo.

Una straordinaria rete di comunicazione sorvegliava "l'isola verde in mezzo al grande mare", e la magnifica baia del golfo di Palmas, in grado di avvertirla di qualsiasi pericolo si presentasse all'orizzonte grazie al fuoco (in accadico "NUR" può significare anche luce, fuoco, forse fuoco sacro).

Così scriveva Nelson nel 1803 dal Golfo di Palmas AL MOLTO ONOREVOLE LORD HOBART:

Mio caro Signore,

...Dio sa che se ci fosse un'isola da possedere questa sarebbe la Sardegna, né Malta né nessun'altra. Essa é la più bella isola del Mediterraneo, possiede porti adatti a contenere gli arsenali e tutta la nostra flotta a 24 ore di mare da Tolone. Ci sono insenature dove ancorare la flotta e controllare sia l'Italia che Tolone. Nessuna nave potrebbe passare verso Oriente tra la Sicilia e la costa dei barbari, né attraverso il faro di Messina...

... l'eccessivo cattivo tempo ci ha costretto a proseguire verso il Golfo di Palmas, dove siamo arrivati alle 11. E' una baia eccellente e comoda, con approdi buoni e sicuri per tutti i tipi di nave e in qualunque numero...

Un pò stravagante questo popolo di pastori erranti che accompagna i propri morti con navicelle in bronzo, così precise nei dettagli che volendo si possono ricostruire a grandezza naturale. Che seppellisce i morti dentro tombe collettive, chiamate Tombe di Giganti, costruite come le famose navetas (costruzioni sepolcrali simili a barche rovesciate La Naveta des Tudons è il monumento megalitico più conosciuto delle Isole Baleari. Risale all'età del bronzo e veniva utilizzato come tomba collettiva).

Ecco cosa scrive Giovanni Lilliu, padre dell'Archeologia sarda, ne "La civiltà dei Sardi":

"... Certo è stupefacente la somiglianza tra le case navetoidi del villaggio nuragico di Grutt'i acqua e, per fare un solo esempio delle Baleari, la naveta di Cala Pì presso Lluchmajor, facente parte di un esteso agglomerato talaiotico.

L'edificio navetiforme è alto e ampio ed alto e presenta uno stiletto sulla parete sinistra quale si osserva in case di abitazione del tempo dei talaiots (n. 9 di Ses Païsses-Artà) ed anche moderne, ma di tradizione remota, sempre a Maiorca (barraca de roter di Cala Pì). Uguale forma avevano nella Numidia, le capanne degli indigeni, dette mapalia (Sallustio, Iug., 18,8).

Questo tipo di abitazione, a cui si riferisce anche la "tomba di giganti", lo conosciamo in Sardegna oltre che dalle derivazioni dell'architettura rurale moderna sopra indicate, pure da archetipi genuini ed autentici di piena civiltà nuragica. Nella regione di Grutt'acqua, nell'isola di Sant'Antioco, si ha qualche esemplare del tipo costruttivo di casa rettangolare absidata, nell'ambito di un vasto villaggio, sovrastato da un nuraghe che lo difende, e che conserva altre abitazioni di forma circolare, un pozzo (forse del tipo cultuale a scala), una grande cavità rotonda ricavata nella roccia usata come deposito d'acqua per abbeverare il bestiame, un edifizio sotterraneo in parte costruito in parte naturale da supporsi per deposito, ecc.

Il complesso appare di età assai remota e certo anteriore alla venuta dei fenici nell'isola verso la fine del IX secolo a.C...

Terra antichissima e misteriosa, la Sardegna.

 

 

Marco Massa

www.studio87.it

 

 

Located in: Archeologia