Questo complesso minerario riveste una grossa importanza dal punto di vista scientifico per la presenza di giacimenti a solfuri misti, ma rappresenta una delle “poche realtà” per l’estrazione del rame in Sardegna. Sono presenti vari edifici ristrutturati, torrino per l’acqua e un forno per la calcinazione delle calamine, ed è sistemata a verde. Il giacimento minerario è di tipo “skarn” , ed è ubicato al contatto tra i calcari nodulari e i calcari dolomitici del Cambriano inferiore-medio. Aperta alla fine del 1800 per la coltivazione di minerali di Piombo, Zinco, Rame e Argento, il titolo minerario comprendeva una superficie complessiva di 379 ettari, l'attività mineraria a Sa Marchesa si alternò dal 1896 fino al 1951. Le prime difficoltà si ebbero nel 1899 quando si tentò invano di arricchire il minerale utilizzando i crivelli; si optò per un arricchimento a mano, seguito da una cernita e quindi il minerale veniva venduto alle officine metallurgiche. Ai primi del '900 i lavori si concentrarono nelle gallerie Leone, Mannu e Ilario oltre che negli scavi Colomba e Trinità. Nel 1951 la chiusura era imminente e si prelevava il minerale dalle discariche per essere trattato nelle laverie della miniera di Rosas a Narcao. Oggi il parco della miniera Sa Marchesa è aperto a tutti e dispone di barbecue e tavoli, tra ulivi e la vegetazione tipica della macchia mediterranea, con un'ampia zona panoramica dove potrete ammirare il territorio circostante, adatto per le famiglie e per tutti coloro che amano la natura.