Carloforte è un comune di circa 6.200 abitanti ed è l’unico centro abitato dell'isola di San Pietro.
Carloforte e l'isola di San Pietro si distinguono dal resto del Sulcis e dalla stessa Sardegna per la forte influenza Tabarkina e Genovese, in fatti la storia di quest'isola racconta che in passato, precisamente nel 1542, gli abitanti della riviera ligure partirono da Pegli per raggiungere l'isolotto di tabarka, nei pressi di Tunisi, dove pescavano il corallo e si dedicarono ai traffici ed al commercio di questa risorsa fino al 1738, per questo motivo, vennero definiti "Tabarchini". Nel 1738 una parte dei Tabarchini, con a capo Agostino Tagliafico, chiese al re Carlo Emanuele III di Savoia di colonizzare, in prossimità della Sardegna, l'Isola degli Sparvieri (Accipitrum Insula) allora deserta, ed oggi chiamata isola di San Pietro. Ebbe cosi inizio la storia di Carloforte che ancora oggi conserva la lingua, la cultura, le tradizioni e l'architettura di questi popoli, rendendo quest'isola ancora più interessante e fascinosa per la sua originalità.
Oggi Carloforte è il fiore all'occhiello del Sulcis Iglesiente, la popolazione le spiagge e le bellezze naturalistiche di quest'isola fanno di questa località una delle mete turistiche più ambite del territorio. La particolare architettura e le tradizioni culinarie che contraddistinguono il paese completano il quadro dell'offerta turistica, in fatti il "Girotonno" (manifestazione che si tiene a fine Maggio) è una delle più importanti manifestazioni enogastronomiche regionali che ogni anno attira migliaia di turisti e visitatori da ogni parte del mondo. Oltre al Girotonno durante l'anno e sopratutto nel periodo estivo, in paese si svolgono numerose manifestazioni di carattere culturale, turistico, religioso, enogastronomico ecc.
Carloforte è il posto ideale per chi vuole vivere il mare, ma è anche il posto giusto per "isolarsi" dalla quotidianità e vivere un esperienza che riporta alla semplicità di una vita rilassante che per un pò vi farà dimenticare il tran tran quotidiano e i ritmi stressanti che molte volte il lavoro ci impone.