Italian English French German Portuguese Russian Spanish
Protusar Contatti
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z 0-9

Muro di cinta, Torre Vittorio e Castello

 

Carloforte nacque nel 1738, come agglomerato all’interno di un Castello, costituito da una cortina muraria, intervallata da sei bastioni di difesa. Questo perché le coste sarde, non di rado, erano scenario di incursioni barbaresche. Contemporaneamente si progettava di erigere una torre costiera di difesa su un’altura nell’estremità sud della baia, lo Spalmadoreddu; ma fu solo nel 1768 che ebbe inizio la costruzione della Torre Vittorio, come venne chiamata, in omaggio al Principe Vittorio Amedeo III di Savoia, che di lì a due anni salì al trono, alla morte del padre Carlo Emanuele III. Quando il 3 settembre 1798 il paese venne preso d’assalto dai barbareschi, la torre non servì a sventare l’evento. Fino a pochi anni fa la torre è stata sede di un importante osservatorio astronomico. Fu in seguito alla deportazione in Tunisia della metà della popolazione, nel 1798, che si sentì il bisogno di erigere quella che è stata la maggiore opera di difesa di Carloforte, il Muro di cinta. La sua costruzione richiese otto anni, dal 1806 al 1814; essa consisteva in una cortina muraria di maggiori dimensioni di quella del precedente Castello e in sette fortini di difesa. Le porte erano quattro, tre annesse ad altrettanti fortini e una a se stante, l’unica originale rimasta, quella del Leone. Grande e oneroso fu l’impegno per la costruzione, ma, ironia della sorte, dopo due anni le incursioni barbaresche cessarono, conseguentemente al Trattato Internazionali di Tunisi, del 1816. Persi con gli anni i requisiti di piazzaforte, intorno al 1870 Carloforte vide vendere a lotti le varie parti della sua fortificazione, tanto a privati, quanto al Comune e allo Stato. Oggi restano tre dei sette fortini, il Cristina, il Beatrice e il Maria Teresa, oltre a circa metà della muraglia, una parte della quale difende la parte alta della cittadina dal Maestrale, fatto questo a cui si deve la sua sopravvivenza. - See more at: http://www.monumentiaperti.com/it/default/2431/Muro-di-Cinta-Torre-Vittorio-e-Castello.html#sthash.ZceIDoZa.dpuf

 

Carloforte nacque nel 1738, come agglomerato all’interno di un Castello, costituito da una cortina muraria, intervallata da sei bastioni di difesa. Questo perché le coste sarde, non di rado, erano scenario di incursioni barbaresche. Contemporaneamente si progettava di erigere una torre costiera di difesa su un’altura nell’estremità sud della baia, lo Spalmadoreddu; ma fu solo nel 1768 che ebbe inizio la costruzione della Torre Vittorio, come venne chiamata, in omaggio al Principe Vittorio Amedeo III di Savoia, che di lì a due anni salì al trono, alla morte del padre Carlo Emanuele III. Quando il 3 settembre 1798 il paese venne preso d’assalto dai barbareschi, la torre non servì a sventare l’evento. Fino a pochi anni fa la torre è stata sede di un importante osservatorio astronomico. Fu in seguito alla deportazione in Tunisia della metà della popolazione, nel 1798, che si sentì il bisogno di erigere quella che è stata la maggiore opera di difesa di Carloforte, il Muro di cinta. La sua costruzione richiese otto anni, dal 1806 al 1814; essa consisteva in una cortina muraria di maggiori dimensioni di quella del precedente Castello e in sette fortini di difesa. Le porte erano quattro, tre annesse ad altrettanti fortini e una a se stante, l’unica originale rimasta, quella del Leone. Grande e oneroso fu l’impegno per la costruzione, ma, ironia della sorte, dopo due anni le incursioni barbaresche cessarono, conseguentemente al Trattato Internazionali di Tunisi, del 1816. Persi con gli anni i requisiti di piazzaforte, intorno al 1870 Carloforte vide vendere a lotti le varie parti della sua fortificazione, tanto a privati, quanto al Comune e allo Stato. Oggi restano tre dei sette fortini, il Cristina, il Beatrice e il Maria Teresa, oltre a circa metà della muraglia, una parte della quale difende la parte alta della cittadina dal Maestrale, fatto questo a cui si deve la sua sopravvivenza. -

 

Located in: Archeologia